Il 30 novembre si è tenuta la XXIII edizione del Convegno ANGAISA, l’appuntamento annuale per il comparto idrotermosanitario. Fantini Cosmi era presente in qualità di sponsor della manifestazione.
Davanti a una platea di oltre 600 professionisti del settore si sono susseguiti interventi di particolare interesse, dall’indagine condotta da NOMISMA sulle intenzioni di investimento sulla casa delle famiglie italiane, agli scenari di breve e medio periodo del CRESME legati all’edilizia e ai mercati correlati.
Il contesto economico: l’Italia cresce, ma il potere di acquisto cala
Lucio Poma, capo economista Nomisma, ha presentato uno scenario economico che vede l’Italia come il Paese che tra 2021 e 2022 è cresciuto di più al mondo (+3.9%), ma in cui l’inflazione è più alta che in altri Paesi (+8%) e dove aumenta la povertà (il potere di acquisto delle persone decresce). È però aumentata l’occupazione (disoccupazione scesa del 7,9%) e gli investimenti in costruzioni sono tornati a crescere (+10% nel 2022).
Il superbonus edilizio ha fatto crescere il PIL interno lordo, generando un valore economico di circa 200 miliardi di euro, con quasi 1 milione di nuovi posti di lavoro: un terzo di questa ricchezza si è concentrata nel Nord Ovest del Paese.
Per il 2023 è previsto però un rallentamento: le famiglie investiranno meno negli interventi di efficienza e riqualificazione energetica e più sul comfort della casa.
Indagine Nomisma: rallenta l’euforia da superbonus
Roberta Gabrielli, Senior Project Manager Nomisma, ha presentato i risultati dell’indagine “Bonus fiscali e riqualificazione edilizia- La propensione delle famiglie italiane al rinnovamento e alla ristrutturazione della casa”, condotta su un campione rappresentativo di 1000 famiglie italiane sugli interventi di ristrutturazione nei 12 mesi precedenti e sulle prospettive per i 12 mesi successivi.
I risultati mostrano un Paese in cui i consumi energetici hanno trainato gli interventi di ristrutturazione. Quasi 4 italiani su 10 (37%) negli ultimi 12 mesi hanno avviato interventi di miglioramento e/o ristrutturazione di un’abitazione (prima o seconda casa). La principale motivazione è stata per una persona su due (50%) la volontà di migliorare il comfort abitativo, guidata in particolare dagli incentivi statali. Al secondo posto la riduzione dei consumi energetici (48%), al terzo la non procrastinazione degli interventi (36%) e infine (30%) la volontà di sfruttare gli incentivi statali.
Detrazioni fiscali e bonus hanno alimentato il ricorso agli interventi: ben il 51% dei rispondenti ha, infatti, dichiarato che non avrebbe mai realizzato interventi in assenza di incentivi.
Nomisma si è interrogata anche sullo scenario dei prossimi 12 mesi: dall’indagine è emerso che nei prossimi mesi assisteremo a un rallentamento dell’euforia da bonus. Solo l’11% degli italiani (1 su 10) farà ricorso al superbonus per interventi di ristrutturazione e miglioramento nei prossimi 12 mesi.
Scendere dal treno dei bonus e guardare avanti
Lorenzo Bellicini, direttore del CRESME, ha sottolineato i rischi legati a una mancanza di strategia “attenta e consapevole” da parte degli operatori del settore. Dopo l’euforia degli ultimi anni, il 2023 dovrebbe già segnare una brusca inversione di tendenza a causa del ridimensionamento dei bonus edilizi. Sarà necessario scendere dal treno dei bonus, sostiene Bellicini, per cercare di salire su quello legato alle nuove opportunità del PNRR, che comportano una previsione di crescita delle opere pubbliche pari al +41,7%.
Anche Maurizio Lo Re, presidente di Angaisa, ha voluto stimolare la platea sostenendo che nel 2023 i margini registrati nel 2022 non si ripeteranno e che quindi è necessario mettere in campo nuove strategie.
